Dal passaggio di proprietà al patto sociale: la rivoluzione silenziosa degli allevatori


Una proposta concreta per istituire un Fondo regionale blindato a sostegno degli animali di Razza vittime del crescente fenomeno della rinuncia di proprietà, alimentato da un contributo degli allevatori. Un gesto che cambia la narrazione della cinofilia. Un messaggio che gli Allevatori virtuosi vogliono mandare a tutto il comparto Cinofilo, Veterinario e dei Farmaceutico. L’etica non è uno slogan ma fatti concreti.

 

Introduzione

 

In un tempo in cui il dibattito sulla cinofilia sembra spesso dividersi tra estremi e slogan, una proposta silenziosa ma rivoluzionaria emerge dall’Associazione

Gruppo Allevatori Cinofili: istituire un Fondo regionale per sostenere gli animali vittime di rinuncia di proprietà. Non è una provocazione, né un obbligo imposto dall’alto. È un gesto volontario, simbolico, ma profondamente concreto.

 

Ogni cucciolo che cambia casa porta con sé una piccola quota di responsabilità collettiva. Un contributo versato dagli allevatori al momento del passaggio di proprietà, destinato a rafforzare il sistema pubblico di accoglienza e gestione degli animali rinunciati. Un segno che l’allevamento etico non si limita alla selezione, ma si estende alla cura del destino di tutti gli animali, anche di quelli che nessuno ha scelto.

Questa è la rivoluzione silenziosa che proponiamo. Un patto sociale che nasce dal basso, che parla di corresponsabilità, di visione e di dignità. E che potrebbe cambiare, una volta per tutte, la narrazione della cinofilia in Italia.

 

Un Patto di Corresponsabilità

 

La proposta nasce da chi conosce profondamente il mondo dell’allevamento e ne vive ogni giorno le sfide e le responsabilità. L’idea è semplice: istituire un Fondo speciale regionale, alimentato da un contributo simbolico versato dagli allevatori al momento del passaggio di proprietà di ogni cucciolo.

Non si tratta di una tassa, ma di un gesto consapevole. Un segno tangibile di corresponsabilità sociale, che riconosce il ruolo dell’allevatore non solo come selezionatore, ma come attore attivo nella tutela del benessere animale a livello collettivo.

 

Come Funzionerà

 

Le modalità di versamento e gestione del Fondo saranno definite da un apposito regolamento regionale, che garantirà:

 

• Trasparenza e tracciabilità dei contributi versati

 

• Finalizzazione delle risorse al sostegno del sistema pubblico di accoglienza

 

• Coinvolgimento del mondo allevatoriale nella definizione delle priorità e delle modalità operative

 

Il Fondo sarà destinato a sostegno al sistema pubblico di lotta al randagismo e di accoglienza e gestione degli animali vittime di rinuncia di proprietà.

 

Oltre il Virtualismo e gli Interessi di Parte

Non possiamo continuare a pensare che le nostre attività, per quanto nobili o tecnicamente corrette, siano esenti da responsabilità sui costi sociali che il sistema pubblico affronta ogni giorno. Il virtualismo con cui spesso si racconta l’allevamento — come se fosse un mondo separato, autoreferenziale, immune dalle conseguenze — non regge più.

Ogni proposta che mira esclusivamente a tutelare interessi di parte, ignorando il contesto collettivo, rischia di indebolire la credibilità dell’intero settore. Al contrario, iniziative come il Fondo regionale rappresentano un cambio di paradigma: non più difesa corporativa, ma assunzione di responsabilità. Non più narrazioni chiuse, ma apertura verso una visione sistemica, dove l’allevatore è anche cittadino, contribuente, e parte attiva di una comunità che si prende cura.

 

Un’Opportunità per Tutti

 

Questa proposta rappresenta un’opportunità concreta per costruire ponti tra mondi che troppo spesso si ignorano o si contrappongono. È un invito a superare la frammentazione e a promuovere una visione integrata, dove l’allevamento responsabile si allea con le istituzioni e con la cittadinanza per affrontare insieme le sfide del benessere animale.

È anche un’occasione per riaffermare la dignità del lavoro allevatoriale, troppo spesso banalizzato o strumentalizzato. Con questo gesto, gli allevatori dimostrano di essere parte attiva di una comunità che si prende cura, che guarda oltre il proprio recinto, che costruisce futuro.

 

Verso una Nuova Narrazione

 

Con l’istituzione del Fondo, il mondo allevatoriale lancia un messaggio forte: non basta allevare bene, bisogna anche contribuire al destino di chi resta indietro. È una rivoluzione silenziosa, ma profonda. Una nuova narrazione, dove la cinofilia non è solo tecnica e selezione, ma anche etica, solidarietà e visione.

E forse, proprio da questo gesto semplice, può partire il cambiamento che aspettavamo.


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