Monologo di ZampAstuta – “Io sono un allevatore diverso”


(Luci basse. Al centro del palco, una persona vestita in modo eccentrico, con una maglietta piena di impronte di zampe e una scritta “Amore per la razza”. Si rivolge al pubblico con tono teatrale e complice.)

 

ZampAstuta: 

Io?

Io non sono un allevatore come quelli che lo fanno di mestiere.

No no no, non confondiamoci.

Io sono… un appassionato. Un amante. Un missionario del pelo e del pedigree.

Io allevo per amore.

Per passione.

Perché, quando vedo un cucciolo che sbuca dal pancione della mamma, io piango.

Non di gioia. Di emozione che è prerogativa solo di chi non vende.

Perché so che quel cucciolo non è una vendita. È un dono.

Un dono che, certo, ha un prezzo. Ma non è un prezzo. È un contributo.

Un rimborso. Un gesto. Un’offerta libera senza bonifico obbligatorio.

 

Pensate che l’ho ripetuto talmente tante volte che me ne sono quasi convinto.

 

(Si avvicina al pubblico, sussurrando.) 

 

E poi, diciamocelo…

Che bisogno ho dell’ASL e delle Autorizzazioni, scherziamo?

      

I miei cani vogliono me non il rispetto della loro etologia, non sono cani, sono i miei figli.

Inoltre io ho l’ENCI e quindi sono un allevatore, ed ho anche l’Affisso.

Che è come dire: ho la patente, ma non guido.

Ho il pedigree, ma non il benessere animale come obiettivo primario.

Ho la pagina Instagram, ma non sono un’attività di lucro.

L’etica e la legalità? Che parole vuote – io ho l’amore

 

 

(Si allontana, finge di parlare al telefono.) 

 

“Pronto? Sì, ho tre cuccioli disponibili. No, niente formalità. Ma sono allevati con amore, eh. Garantito.”

"No, non può visitare l’allevamento perché vivono in casa con me".

 

(Si interrompe, guarda il pubblico con finta indignazione.) 

 

E poi arriva lui.

Il vicino.

Il “vero” allevatore, non per classificazione ma per organizzazione.

Con la gestione mirata al rispetto dell’etologia della razza (vero amore), con la dedizione quotidiana, con la compatibilità e il rispetto delle normative, con la voglia di migliorarsi ed evolversi.

Poverino.

Lui alleva per lucro e non per passione e amore. 

Che tristezza. Tutto è basato sul riscontro economico.

Me la sono studiata bene vero?

 

 

(Pausa. Si fa serio, quasi filosofico.) 

 

Ma sapete qual è il problema?

Che il cliente non lo sa che è una mia giustificazione – a volte nemmeno io ne sono consapevole.

Non lo vede.

Non gli importa.

Vuole il cucciolo. Vuole il prezzo. Vuole la favola.

E io gliela do.

Con amore. Perché l’amore vince su tutto.

 

 

(Si inchina, sorride beffardo.) 

 

Io non sono un allevatore.

Io sono…

La stortura che nessuno vuole vedere.

Il concorrente sleale.

Il rischio travestito da passione.

 

(Si gira, cammina verso l’uscita. Ultima battuta, secca.) 

 

E finché nessuno mi ferma…

Io continuerò ad amare.

E a vendere. Perché io non lo faccio per lucro.

 

(Sipario.)


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Commenti: 1
  • #1

    Federicacocker (venerdì, 08 agosto 2025 00:27)

    Quando il teatro riesce a farci ridere e riflettere allo stesso tempo, il messaggio è davvero potente!